Nato nel 1986, Dragon Quest ha fondato un genere nel quale ancora adesso, dopo quasi 40 anni, regna sovrano. In attesa del remake HD-2D del terzo capitolo, ripercorriamo insieme la storia di questo brand, soffermandoci su tutto quello che ha portato al mondo del gaming.
L’RPG prima di Dragon Quest: Ultima e Wizardry
Ci troviamo all’inizio dei magici anni Ottanta, ed il mondo dei videogiochi è alle porte di una totale rivoluzione. Da lì a poco, la caduta di Atari e l’ascesa del gigante nipponico Nintendo avrebbero causato un totale rovesciamento nel rapporto tra videogiocatori e videogiochi. Ma tutto ciò non era ancora avvenuto.
Un’altra piccola trasformazione, tuttavia, si stava già muovendo: l’arrivo degli home computer, infatti, aveva potato alla nascita di un tipo di videogioco completamente nuovo, meno incentrato su riflessi e velocità di reazione, e più incline invece a far riflettere e compiere scelte ragionate al giocatore. Questo fattore, insieme all’enorme successo riscosso da giochi come Dungeon and Dragons, portò alla nascita dei primi videogiochi di ruolo, come Ultima e Wizardry.
Tali RPG, usciti entrambi nel 1981 per Apple II, rappresentavano la prima forma di gioco di ruolo virtuale, con una forte ispirazione a D&D. Essi coinvolgevano il giocatore nell’esplorazione di mondi aperti e oscuri dungeon, combattendo mostri feroci, risolvendo difficili enigmi, e svolgendo importanti missioni.
Yuji Horii e le fondamenta del JRPG
A seguito della visita all’AppleFest del 1983, il giovane sviluppatore di videogiochi Yuji Horii decise di creare il proprio RPG, ispirato da quelli occidentali come Ultima e WIzardry. Il suo desiderio era quello di costruire un’esperienza di gioco coinvolgente ma intuitiva, adatta a qualsiasi tipo di videogiocatore.
Così, dopo aver lavorato per tre anni alla creazione di visual novel, nel 1986 pubblicò il primo JRPG su console mai fatto nella storia: Dragon Quest.
Le influenze di questo titolo nel mondo dei videogiochi furono immense, ispirando direttamente saghe altrettanto iconiche come Final Fantasy e Breath of Fire.
Dragon Quest, uscito per la console Famicom, rivoluzionò la formula iniziata dai giochi di ruolo occidentali, grazie al proprio gameplay semplice ma stimolante, alla visuale dall’alto presente anche nei dungeon e a un intelligente sistema di salvataggi a password.

Ciò che ha distinto il brand: Toriyama e Sugiyama;
L’enorme successo di Dragon Quest in Giappone non si è dovuto solo al suo innovativo gameplay, ma anche all’impatto visivo e sonoro del gioco, frutto di menti eccezionali come Akira Toriyama e Koichi Sugiyama.
Akira Toriyama, padre di serie manga leggendarie come Dr. Slump e Dragonball, è considerabile senza ombra di dubbio uno dei mangaka più influenti della storia. Colpito dal suo stile di disegno inconfondibile e dalla sua straordinaria capacità di creare personaggi, Yuji Horii scelse proprio quest’uomo come character e monster designer del proprio videogioco. Ad Akira Toriyama si devono tutti i design più iconici della serie di Dragon Quest, primo fra tutti lo slime, che non a caso è proprio la mascotte della saga.
Koichi Sugiyama, invece, è stato un eccezionale compositore di colonne sonore di anime e videogiochi, oltre che fonte d’ispirazione per molti altri importanti compositori, come ad esempio Nobuo Uematsu, autore delle musiche della saga di Final Fantasy. Le sue opere, dotate di un’identità unica e inconfondibile, hanno conferito alla saga di Dragon Quest uno dei tratti più importanti della sua fortissima personalità.

Dragon Quest V, il primo ‘monster collector’
Nel settembre del 1992 venne pubblicato per il mercato giapponese Dragon Quest V: La Sposa del Destino. Questo titolo, approdato sullo SNES, fu rivoluzionario sia dal punto di vista narrativo che nel suo gameplay.
La storia di Dragon Quest V si svolge in un arco temporale molto più ampio rispetto ai suoi predecessori, seguendo il suo protagonista dalla fanciullezza all’età adulta. Esso, inoltre, è uno dei primi JRPG ad affrontare temi intimi e delicati come la famiglia, la gravidanza e la perdita.
Un altro aspetto interessante di Dragon Quest V è la sua quantità di meccaniche di gioco innovative. Tra queste, una in particolare spicca tra le altre: essa consiste nella possibilità di aggiungere al proprio party i nemici sconfitti in battaglia, creando una squadra ibrida di umani e mostri. Nonostante il sistema in sé fosse abbastanza rudimentale (una volta sconfitto il nemico avevi una probabilità di ingaggiarlo che diminuiva in base alla forza e alla rarità del mostro), è davvero sconcertante pensare a tutto ciò che questa meccanica di gioco ha portato al mondo del gaming.
Essa, infatti, ha ispirato saghe molto iconiche di monster collector tra cui il celebre franchise Pokémon, che riprende da Dragon Quest anche una discreta quantità di design delle sue creature più famose. Ma dopotutto, chi potrebbe mai resistere agli incredibili mostri di Akira Toriyama?
L’arrivo del 3D: Dragon Quest VIII
Siamo nel 2004, in piena Sesta Generazione di videogiochi. Un periodo di grandi trasformazioni, quello: lo scontro ventennale tra i due giganti Nintendo e Sega è ormai giunto alla sua conclusione, lasciando sconfitta la casa del riccio blu; nel frattempo, un’altra importante azienda ha deciso di entrare in gioco: è Microsoft, che nel 2001 ha lanciato la sua XBOX. Sony, dal canto suo, osserva tutti dall’alto della sua PlayStation 2, mentre si prepara a scatenare la nuovissima PSP.
Anche la saga di Dragon Quest ha subìto, al suo interno, un grande cambiamento: dopo un Dragon Quest VII tecnicamente indietro rispetto ai suoi rivali su PlayStation 1, Dragon Quest VIII ha trascinato la saga in una dimensione totalmente nuova: la terza dimensione. Le grafiche 3D del Dragon Quest per PlayStation 2, infatti, permisero alla saga di sfruttare lo stile artistico di Akira Toriyama in modo totalmente nuovo, creando un’esperienza di gioco capace di raggiungere un livello di coinvolgimento visivo mai visto prima nel brand.
Tuttavia, sarebbe riduttivo affermare che a rendere grande Dragon Quest VIII sia stato solo il comparto tecnico: l’ultima fatica di Yuji Horii, infatti, poteva contare anche su una narrativa eccezionale, personaggi interessanti e ben caratterizzati, una colonna sonora di livello altissimo e un mondo di gioco ricco di punti di interesse. Tutto questo, in aggiunta a meccaniche di gioco e di combattimento rivoluzionarie, fecero sì che Dragon Quest VIII possa ancora essere considerato uno dei migliori giochi del brand.
Dragon Quest XI, perché è un capolavoro
Molti sono i franchise che, nel corso degli anni, perdono le loro qualità e tutto ciò che li ha resi importanti, trasformandosi nello spettro di ciò che usavano essere. Fortunatamente, Dragon Quest non rientra in questa categoria. Al contrario, la qualità nei giochi della saga cresce costantemente, come possiamo constatare osservando l’ultima entrata principale nella serie: Dragon Quest XI.
Uscito nel 2017 per PlayStation 4, XBOX One, Nintendo Switch e PC, Dragon Quest XI è probabilmente il miglior titolo mai creato nella storia quasi quarantennale del brand, oltre che il più adatto da consigliare a un neofita. Dragon Quest XI riesce a concentrare perfettamente in sé tutto ciò che ha reso magica la saga di Horii, rendendo la formula più accessibile ma rispettando contemporaneamente tutti i canoni imposti dai precedenti giochi.
Grazie al suo comparto grafico all’avanguardia, alla sua narrativa sorprendentemente ricca di colpi di scena e a un gameplay divertente ma sempre stimolante, Dragon Quest XI riesce a classificarsi indubbiamente tra i migliori JRPG del terzo millennio, e forse persino di tutta la storia dei videogiochi.

Dragon Quest nella cultura pop
La saga di Dragon Quest ha avuto un’influenza fortissima nella cultura popolare giapponese, grazie a manifestazioni, eventi, e leggende popolari diffusesi sulla saga. Una di queste racconta che, all’uscita di Dragon Quest III, così tanti lavoratori si presero il giorno libero per mettersi in fila da provocare un drastico callo nella produttività in Giappone. Da allora, è usanza comune che i giochi di Dragon Quest escano solo nel fine settimana.
Ogni anno, in Giappone, vengono tenuti numerosi concerti durante i quali vengono suonate le colonne sonore di Sugiyama, e negli anni alcune tra le più iconiche location del franchise sono state ricreate davvero in Giappone (come il Patty’s Pub da Dragon Quest III).
Ad oggi, la saga di Dragon Quest ha venduto più di 85 milioni di copie nel mondo, e le è riconosciuto il merito di aver inventato gli RPG su console. Moltissimi sono i brand che si ispirano alla saga di Horii, in particolare all’immaginario collettivo di Dragon Quest III.
Il futuro incerto del brand
Negli ultimi anni, la saga di Horii ha subito dei colpi durissimi. Il 30 settembre 2021 ci ha lasciato Koichi Sugiyama, che 5 anni prima era entrato nel guinness dei primati come ‘compositore per videogiochi più anziano ancora in attività’. Inoltre, solo da pochi mesi anche il leggendario Akira Toriyama è passato a miglior vita; difficile dire se il franchise di Horii riuscirà a riprendersi da queste difficili perdite.
Tuttavia, è certo che i progetti in cantiere siano ancora numerosi: da più di 3 anni, infatti, è stato annunciato il prossimo capitolo principale della serie, Dragon Quest XII. Tutto ciò che finora conosciamo su questo gioco è il sottotitolo, ‘The Flames of Fate’, mentre ancora non è stato rivelato il periodo di uscita.
Molto più vicino e concreto è, invece, Dragon Quest III HD-2D, remake del leggendario terzo capitolo della saga in arrivo il 14 Novembre 2024. Questa nuova versione del classico per NES del 1988 sarà realizzata con la tecnica grafica dell’HD-2D, che ha potuto esprimere tutto il proprio valore artistico nella serie di Octopath Traveler. Nel 2025, inoltre, arriveranno i remake HD-2D anche di Dragon Quest I e II, di cui non conosciamo una data specifica.
Grazie a questi progetti in uscita che si prospettano meravigliosi, possiamo aspettarci, e ci auguriamo, che lo storico franchise di Dragon Quest abbia ancora molto da donare al mondo dei videogiochi, nonostante sia certamente considerabile già adesso una delle saghe che ha cambiato il mondo videoludico per sempre.
Dragon Quest peak 🔥🔥🔥